(Ilaria De Bonis)
Numerosissimi quotidiani africani hanno pubblicato editoriali critici nei confronti dei
loro governanti, soprattutto dopo l'ultima Lampedusa.
Dall’Observer
di Kampala al blog Cho Forche del Camerun, all’Independent
ugandese. La domanda cruciale è per tutti un po' la stessa: perché la gente scappa? Cosa la spinge fuori
dalle terre africane? La risposta è non solo la povertà. Ma anche il malgoverno. Le
politiche fallimentari dei leader africani.
<<Non c’è un solo motivo per cui
un Paese debba produrre così tanti rifugiati se non per via dell’incapacità di
alcuni suoi leader politici>>, scrive l’Independent di Kampala in
un’analisi dal titolo: “Perché gli africani muoiono per andare in Europa?”. E
prosegue: <<Fin dalle prime tragedie di Lampedusa i gruppi in difesa dei
diritti umani in Africa occidentale hanno fatto appello ai governi dei loro
Paesi affinché affrontino il problema dell’immigrazione illegale o irregolare,
considerata la strada verso il suicidio>>. Addirittura la denuncia va ben
oltre l’immaginato: <<Mentre l’Italia il 4 ottobre scorso proclamava un
giorno di lutto nazionale con le bandiere a mezz’asta per i morti di Lampedusa,
molti governi dell’Africa orientale, da dove arrivavano gran parte degli
immigrati deceduti, sono rimasti in silenzio>>.
Uno dei Paesi con il maggior numero di
disperati in arrivo sulle carrette del mare è da sempre l’Eritrea <<i cui
cittadini fanno di tutto per darsi un’opportunità in più. E non si tratta solo
dell’Eritrea, anche gli ugandesi prendono al balzo l’opportunità di partire.
Molti di loro sono giovani uomini in cerca di una vita migliore>>, scrive
l’editorialista. La verità, aggiunge, è che a questi governi poco importa che i
loro concittadini debbano imbarcarsi in un’impresa immensa senza garanzie e
senza sicurezza: l’importante è che mandino i soldi a casa.
Gli immigrati sono una risorsa per i
Paesi d’origine: in Uganda ogni anno i migranti inviano a casa oltre 700
milioni di dollari. E la cifra è vista in ascesa, fino a raggiungere un
miliardo di dollari nel 2014. Insomma una ricchezza non indifferente della
quale non si può far a meno, costi quel che costi.
Il sito di All Africa cita L’Independent
dello Zimbabwe che parla del governo italiano: Letta e Alfano,
argomenta l’editorialista, <<non vogliono che la gente muoia ma neanche
vogliono che gli africani restino in Italia>>.
Inoltre <<come in altri Paesi
europei che vedono aumentare il flusso dei richiedenti asilo, anche in Italia
l’aumento dei migranti provenienti da Africa e Medio Oriente non fa che
alimentare le ondate di intolleranza contro l’immigrazione>>. E prosegue
in chiusura di articolo: <<L’atroce verità è una sola: più l’Europa farà
di tutto per rendere sicuro l’attraversamento del Mediterraneo, più la gente
farà di tutto per partire. Molti di questi migranti che rischiano la vita sulle
carrette del mare sono veri rifugiati o richiedenti asilo ma dietro di loro,
nella vastità dell’Africa occidentale, della Somalia e dell’Iraq, ci sono alcune
centinaia di migliaia di persone che stanno solo cercando una chance di raggiungere l’Europa. I
nazionalisti lo negheranno ma è così>>. Esattamente come un tempo
l’America per gli europei, il Vecchio Continente è oggi l’eldorado degli
africani alla ricerca di fortuna.
L’Africa si chiede dunque come fare per
trattenere i propri concittadini: la gente non ama più l’Africa? Ad essa
preferisce l’Europa? La speranza di una vita migliore, di una opportunità in
più, spingono anche gli africani comuni, quelli che non rischiano ogni giorno
la vita, ad andar via. In cambio trovano la morte.
Non è solo la politica del continente
nero nel mirino degli opinionisti: anche la burocrazia africana è responsabile
della diaspora. Il blog Chofor Che pubblica un’interessante
analisi dal titolo: “I burocrati africani da biasimare per la tragedia di
Lampedusa”. <<Gran parte del mio biasimo - scrive il blogger - va ai
leader africani e soprattutto all’Unione africana. Il sistema di governance in Africa, ereditato dai
padroni colonialisti, rimane repressivo. Nonostante il gran parlare che si fa
della rinascita africana, la maggior parte degli africani rimangono disperati e
poveri>>. E prosegue: <<Secondo Venture Africa il
continente nero ha più miliardari di quelli che possiamo immaginare: il
paradosso è quello segnato da un continente pieno di ricchi e pieno di poveri.
E’ evidente che diversi leader africani non hanno mantenuto la promessa fatta
ai loro elettori in campagna elettorale: i piccoli e medi imprenditori non
hanno alcuna possibilità di crescere, le tasse sono esorbitanti e il diritto
alla proprietà rimane un’illusione. Conflitti e tensioni politiche sono
all’ordine del giorno in Somalia o in Libia. Con una situazione del genere
senza speranza e senza via di scampo, perché gli africani non dovrebbero
desiderare un ambiente più libero e in pace, adatto allo sviluppo
economico?>>. La soluzione, dice ancora il blogger, <<è nelle mani
dei burocrati e tecnocrati africani che hanno deciso di accumulare ricchezza e
potere a detrimento delle popolazioni. I leader dovrebbero aprire i mercati in
Africa>> in modo che la gente comune non debba rischiare di morire nella
speranza vana di trovare “pascoli più verdi” altrove>>.
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