sabato 1 settembre 2012

Angola: tra diamanti e discariche

(di Ilaria De Bonis)

I seggi si sono aperti ieri alle 7.00 del mattino, ora locale. Ma non c’era grande ressa alle urne: l’Angola di Dos Santos vota in questi giorni per eleggere il nuovo Parlamento e indirettamente il suo nuovo Presidente. Con pochi margini di dubbio il nuovo capo di Stato sarà quello attuale, in carica da 33 anni: Josè Eduardo Dos Santos. Presidente del Paese dei diamanti e del petrolio uscito nel 2002 da una guerra civile trentennale,  è il leader dell’Mpla (Movimento per la Liberazione dell’Angola).
Rivale storico dell'’Unione nazionale per l’indipendenza totale dell’Angola (Unita), se  vincerà questa scommessa elettorale (basterà che il suo partito raggiunga il maggior numero di seggi in Parlamento perché lui venga automaticamente rieletto) Dos Santos ‘regnerà’ per cinque anni ancora.  
L’Unita ha denunciato irregolarità nella composizione delle liste e nelle candidature, ma a determinare l’elezione del parlamento, suggeriscono fonti dell’agenzia Misna, rischiano di essere soprattutto il monopolio del governo su radio e tv e l’uso improprio delle risorse finanziarie garantite dai giacimenti petroliferi più ricchi dell’Africa australe. <<L’Mpla vincerà ancora, anche se è possibile non raggiunga l’81% del 2008>>, ha riferito padre Beniamino Zanni, missionario della congregazione di Don Calabria che vive a Huambo. In Angola le contraddizioni sono tante e tutte fanno capo al paradosso economico: il paese tra i più ricchi dell’Africa australe, con un Pil in crescita vertiginosa (circa l’8% l’anno) ed inesauribili giacimenti di petrolio e diamanti rivenduti sulle piazze di Anversa, è anche quello che presenta tra i più bassi Indici di Sviluppo Umano. (era al 148esimo posto su 187 nel 2010).

Mentre al centro della capitale Luanda i grattacieli svettano sul lungomare de o pensador, nelle periferie, come quella di Lixeira, distretto di Sambizanga, ancora si vive con meno di due dollari al giorno e 300mila persone dormono dentro baracche di fango e lamiera.  Ai margini del mercato Roque Santeiro riciclano immondizia. Muoiono in media di malaria a 52 anni.  Ogni donna ha cinque figli e ogni figlio rischia di non arrivare a cinque anni di vita. Al centro della città però nasce 'Comandante Gika': 345 mq di negozi, uffici, centri commerciali, parcheggi e torri-grattacielo. A riferire del progetto era stato circa un anno e mezzo fa, il gruppo italiano Kerakoll, di Sassuolo. Produttore mondiale di materiali ecocompatibili, che partecipa al <<più importante progetto immobiliare>> dell'Africa Sub-Sahariana, così recitava il comunicato. 

 
Come hanno sottolineato oggi i vescovi in un messaggio diffuso alle vigilia del voto, i problemi fondamentali rimangono la povertà e le ingiustizie sociali: i petroldollari hanno finanziato la ricostruzione del lungomare di Luanda, una meraviglia di aree pedonali, parchi giochi e campi sportivi inaugurata da Dos Santos giusto in tempo per le elezioni. Il business cinese campeggia nella capitale, ma in periferia, dove i riflettori non arrivano, si continua a morire.   

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